Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo.
Chi non sente proprie queste parole? Siamo uomini imperfetti, e qui torniamo nuovamente al peccato originale: peccato che ha portato alla caduta (meglio: decaduta) dell'uomo rendendolo più vulnerabile sia ai mali fisici che a quelli morali.
Ecco quindi che intuiamo ancor meglio la differenza tra carne e quel bene che desideriamo che è il richiamo dell'anima al suo Creatore che è amore puro.
Infatti questa bellissima lettera ai romani (qui linkata) termina così: Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.
Sia questo un invito al miglioramento, alla preghiera e alla vigilanza di sé.